Luoghi comuni è un libro di poesia che si legge tutto d’un fiato. Questo potrà sembrare un elogio ambiguo nell’odierna situazione della poesia, ancora divisa tra le pronte riscossioni della polemica in versi e la sigillata nobiltà del lirismo a perpendicolo. Ma Wilcock, tra l’altro, dimostra con l’esempio quanto ci sia di fittizio in quel dilemma. La sua soluzione personale può già essere questa: offrire al lettore in buona fede un gomitolo molto agevole, e anche divertente, da dipanare; dare al critico, ambizioso di mettere in luce il «processo» creativo, molto filo da torcere....
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